Intermediario, anzi broker. In conflitto di interessi istituzionalizzato.

Una figura centrale del mondo delle assicurazioni con la quale tutti, imprese, istituzioni e consumatori, fanno quotidianamente i conti è quella dell’intermediario nella sua duplice veste di agente o di broker. E quando le cose cambiano rapidamente come di questi tempi sono in molti ad interrogarsi sul ruolo dell’intermediario, alleato strategico se contrasta l’arrembante ascesa della distribuzione assicurativa in banca; ora scomodo partner che appesantisce il costo del prodotto quando l’attenzione è puntata su nuovi canali.

Intermediazione
Intermediazione

L’unica costante sembra la partigianeria dossologica o deraogatoria che suscita in chi ne parla.

Il quadro normativo che definisce gli intermediari è, come poco spesso accade nel nostro ordinamento, chiaro e di facile individuazione.
Per chi vuole approfondire l’attività di questi operatori è infatti sufficiente consultare, magari in quest’ordine per farsi un’idea sempre più precisa procedendo per approssimazioni concentriche, relativamente poche fonti:

  1. il codice civile, capi X (contratto di agenzia) e XI (mediazione) del  titolo terzo del libro quarto sulle obbligazioni, in particolare gli  articoli 1742 sul contratto di agenzia e 1754 sulla figura del mediatore;
  2. il codice delle assicurazioni private, decreto legislativo numero 209 del 7 settembre 2005, articolo 109, comma 2, lettere a (agente) e b (broker) e, naturalmente, l’articolo 106 sulla definizione di attività di intermediazione assicurativa, meglio comunque tutto il titolo IX sugli intermediari;
  3. il regolamento Isvap numero 5 del 16 ottobre 2006, articolo 2, lettere c (agente) e t (broker).

Il profilo dell’intermediario, così come suggerito dal codice civile, è dunque ancipite: agenti e broker. Ma il nostro ordinamento tratta l’intermediazione declinandola su diversi operatori, ognuno con la sua bella sezione nel registro unico. E’ stato infatti per recuperare alla legge il fenomeno della bancassurance e nel segno dell’armonizzazione europea della attività di intermediazione che agente e broker, che nella normativa previgente al cap erano le uniche disciplinate, sono ora solo due delle cinque figure di intermediario.
E rimangono le più discusse.

In particolare il broker, per il quale è concettualmente (e praticamente) stridente l’aspetto della remunerazione.
In che senso?

Il cap definisce il broker come quel mediatore di assicurazione che agisce su incarico dell’assicurando e senza poteri di rappresentanza dell’impresa di assicurazione, cose che non possono dirsi dell’agente, evidentemente. L’incarico che riceve il broker dall’assicurando è primariamente quello di svolgere attività di consulenza ed assistenza. Il mandato, essendo prestato nell’interesse dell’assicurando, implica che il broker sia indipendente dalla compagnia e che si atteggi nel solo interesse del mandante. Al di là di quanto possa essere liberamente convenuto dalle parti nella lettera di incarico, una cosa è certa: il broker deve fare il bene del suo cliente e basta.
Nella prassi assicurativa però si delinea un conflitto di interessi, macroscopico per non dire grande quanto una casa, che influisce sulle scelte che il broker può consigliare.
Il compenso spettante al broker infatti viene pagato dall’assicuratore. In pratica è proprio l’impresa a determinare questo compenso, impresa alla quale il broker dovrebbe essere estraneo. Ma è possibile che assicuratore e broker siano svincolati se l’uno paga l’altro?
Diffcile. Soluzioni per sanare il conflitto se ne sono prospettate e ne citiamo a memoria alcune:

  1. il broker è pagato dal cliente;
  2. l’impresa rende pubblico l’importo provvigionale che eroga al broker per l’intermediazione, così come già accade per l’auto;
  3. si stabilisce un tariffario broker.

Mentre noi scriviamo ancora su questo annoso problema, nei Paesi Bassi è già scritto che a far data dal 1° gennaio 2013 gli intermediari non potranno essere remunerati a provvigione per contratti vita, mutui, prodotti Mifid. Riceveranno un fee per la consulenza pagato direttamente dal cliente.
Quando si tratta di contratti importanti, c’è già chi, nel nostro stesso recinto europeo. si è saputo organizzare per la trasparenza e l’indipendenza dell’intermediario. Nell’interesse dell’assicurato.

Pier Luca Ciangottini
l.ciangottini@gmail.com

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2 thoughts on “Intermediario, anzi broker. In conflitto di interessi istituzionalizzato.

  1. […] in prestito anche il titolo che trovo calzante) che vi invito a leggere per intero, pubblicato da Pier Luca Ciangottini nel suo blog “Critica assicurativa“, il quale così […]

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